[8] L’edificio, con tre grandi archi a sesto acuto, risale al 1265, quando era podestà il pisano Ildebrandino, secondo quanto riportato nell’epigrafe apposta in facciata. Essendo la primitiva Città di Massa priva di sorgenti, la fonte pubblica fu costruita quando i minatori massetani scavarono una galleria sotterranea e trovarono acqua sorgiva a circa 500 metri di distanza. Un vascone raccoglie l’acqua che sgorga dal condotto nella parete dell’arcata centrale. In seguito l’edificio fu sopraelevato e fu costruito un grande locale destinato a granaio della Repubblica, detto Magazzino dell’Abbondanza, dove era conferito e conservato il 5% della produzione delle granaglie che serviva come riserva in caso di carestia o di guerra. Il palazzo, esaurita la funzione di magazzino nella seconda metà del 1700, divenne in successione salone delle commedie, teatro, cinema, supermercato e negozio di abbigliamento. Recentemente è ritornato di proprietà comunale e un pregevole restauro l’ha reso nuovamente fruibile al pubblico come sala di mostre e convegni. L’Affresco dell’Abbondanza consiste in un grande albero della fecondità dipinto nella parete di fondo dell’arcata destra della Fonte Pubblica. Tutti i rami dell’albero sono carichi di frutti particolari a forma di fallo. Ai piedi della pianta stanno alcune donne: due litigano per contendersi uno di quei frutti, mentre un’altra cerca di scacciare i corvi per preservare i preziosi falli da un possibile scempio. L’aquila simbolo di Pisa e dell’Imperatore potrebbe essere un omaggio al Podestà in carica o allo stesso Imperatore, essendo stata Massa, in quel periodo, di parte ghibellina.